195 mila euro incassati dalla ditta di rifiuti: grave accusa corruzione per Toti | Ricostruiamo la situazione
Nuovi dettagli sull’inchiesta condotta dai magistrati di Genova che ha portato all’arresto ai domiciliari del governatore della Liguria, Toti
Un terremoto che sembra non fermarsi più. L’inchiesta della Procura di Genova che ha portato agli arresti domiciliari del Governatore della Liguria, Giovanni Toti, e al coinvolgimento di importanti esponenti dell’imprenditoria genovese, sta regalando nuovi colpi di scena.
Le indagini stanno facendo emergere altri inquietanti dettagli e soprattutto l’esistenza di un vero e proprio sistema corruttivo che vedeva direttamente coinvolti imprenditori e manager di aziende di vitale importanza del mondo economico della Regione Liguria.
Secondo quanto è emerso nelle ultime ore tra i finanziatori di Change, la Fondazione presieduta dallo stesso Giovanni Toti, oltre agli imprenditori portuali ve ne sarebbero altri che si occupano soprattutto di rifiuti e discariche.
In prima fila da questo punto di vista ci sarebbe Pietro Colucci, imprenditore campano che nel 2021 gestiva alcune discariche nella provincia di Savona destinate allo smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi per la salute. È stato indagato per finanziamento illecito ai partiti e per corruzione.
Liguria nel caos, aumentano le accuse contro Toti: esplode il caso dei rifiuti
Colucci, in base alle prove raccolte dagli inquirenti, avrebbe finanziato direttamente Totti per la cifra complessiva di 195mila euro. E si sarebbe trattato di finanziamenti illeciti, alla luce del fatto che le società dello stesso imprenditore campano avrebbero poi goduto del rilascio delle autorizzazioni alla gestione delle discariche.
Altri rapporti all’insegna dell’assoluta opacità, verrebbe da dire: nel frattempo Toti si trova agli arresti domiciliari ed è in attesa di ricevere l’interrogatorio di garanzia. A dare solidità all’impianto accusatorio dei magistrati sarebbe un dettaglio non proprio insignificante.
Toti, ecco la prova del finanziamento illecito: i magistrati sono sicuri
La prova inoppugnabile che quei finanziamenti fossero in realtà delle vere e proprie tangenti consiste nel fatto che tutto il denaro delle società del gruppo riconducibile a Colucci e diretto al Comitato Change e al Comitato Giovanni Toti Liguria non fosse stato deliberato dai rispettivi organi sociali e, in alcuni casi, non era neppure stato inserito a bilancio.
Nei prossimi giorni Toti sarà chiamato a rispondere alle domande dei pubblici ministeri titolari dell’inchiesta e dovrà chiarire parecchi punti di questa vicenda che ancora restano oscuri. Intanto infuria la battaglia politica: le opposizioni chiedono a gran voce le dimissioni di Toti da governatore della Liguria.