Lavori ogni giorno fino a tardi. Rischi un danno gravissimo sulla tua salute | Parla l’esperto
Lavorare fino a tarda notte a lungo potrebbe portare a conseguenze terribili: ecco cosa devi sapere su questo problema diffuso.
Tutto è partito da una considerazione medica fatta a Wen-Jui Han, docente dell’Università di New York. La donna dimostrava un’età biologica di ben 20 anni in più rispetto alla sua età anagrafica. Questa affermazione non ha convinto la dovente, che ha voluto approfondire la questione.
Si è chiesta se questo problema derivasse dalla sua eccessiva dedizione al lavoro. Per questo motivo ha scelto di condurre uno studio, analizzando i dati contenuti nella National Longitudinal Survey of Youth-1979, uno studio condotto dal Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti su un campione di oltre 7 mila cittadini.
Lo studio è stato protratto per oltre 30 anni, per analizzare i ritmi e gli orari di lavoro, e capire quanto questi potessero incidere sulla salute psicofisica dei lavoratori. Il risultato è stato pubblicato sulla rivista Plos One.
Infatti possiamo leggere: “Un lavoro che richiede continui cambiamenti tra giorno, sera, notte e orari irregolari può interferire in modo significativo con la routine quotidiana, influenzando i momenti in cui una persona dorme, mangia e socializza con i propri familiari e amici“.
Le conseguenze del lavoro notturno
Questa conclusione vale sia per le persone che lavorano su turni che per quelle che lavorano molto durante il giorno, arrivando a portare a termine le proprie mansioni in tarda serata. Il dettaglio che ha sorpreso molto la professoressa Han è stato il livello di diffusione di questa problematica. Il 26% dei partecipanti allo studio aveva affermato di lavorare durante orari stabili (i classici orari da ufficio).
Andando ad incrociare più parametri, è stato appurato che coloro che invece non hanno orari fissi ma lavorano su turni, dormono meno e hanno una qualità del sonno pessima. Per questo motivo accusano dei sintomi e delle conseguenze fastidiose sia nel breve che nel lungo termine, come attacchi d’ansia, depressione, ipertensione, obesità e infarti/ictus. In media, queste conseguenze si sono verificate nei volontari dello studio che avevano un’età compresa tra i 30 e i 40 anni.
Il lavoro come fonte di stress quotidiano
E’ certo quindi che anche prolungare i propri orari lavorativi oltre quelli stabiliti non sia affatto salutare. “Possiamo anche affermare che queste persone desiderano lavorare fino a tardi volontariamente, ma in realtà le cose non stanno proprio così“, ha spiegato la professoressa Han ai microfoni di Npr. “Percepiscono infatti che la loro cultura professionale richiede che lavorino a lungo, altrimenti potrebbero essere penalizzate“.
E ha proseguito: “Quando il nostro lavoro diventa un fattore di stress quotidiano si verificano conseguenze sulla salute che ci si attenderebbe di osservare trent’anni più tardi”. E ha aggiunto in una stampa diffusa da ScienceDaily: “Il lavoro, che dovrebbe aiutarci a condurre un’esistenza dignitosa, è ora diventato penalizzante per una vita sana a causa della crescente precarietà dei nostri contratti in questa società sempre più diseguale. In quest’ottica sono proprio i soggetti più vulnerabili a livello sociale (come le donne, i neri e le persone con bassi livelli di istruzione) a farsi soprattutto carico di queste ripercussioni sulla salute“.